giovedì 28 agosto 2008

UN VIAGGIO INDIMENTICABILE (e un post lunghissimo)

Eccomi qui di ritorno dal Giappone (e da una piacevole vacanzina in montagna saltata fuori all'ultimo momento).
Che dire...addirittura al di sopra delle mie aspettative!!! Erano 5 anni che io e mio marito sognavamo di visitare questo Paese. Siamo sempre rimasti affascinati dal suo binomio di rigorosa tradizione e assoluta modernità che lo caratterizza. Fa un certo effetto vedere grattacieli altissimi sorgere accanto a piccoli templi tradizionali, oppure donne e uomini che vanno in giro in kimono in pieno centro città.
In Giappone ci si sente veramente in un altro mondo: ovunque sei circondato di ideogrammi (è difficilissimo perfino fare una piccola spesa al supermercato!!!), le indicazioni in inglese sono poche e solo nelle grandi città. Inoltre, i giapponesi che conoscono l’inglese non sono molti, anche se tutti sono gentilissimi, cerimoniosi e si fanno in quattro per aiutarti.
Vorrei sfatare alcuni luoghi comuni: il Giappone non è caro, girare con i mezzi di trasporto può sembrare complicato, ma è assolutamente fattibile, la cucina è ottima e molto varia. Unico "inconveniente" della vacanza è stato il caldo torrido che non ci ha abbandonato per tutto il tempo.

Ma andiamo con ordine...

1° giorno: partenza con volo JAL da Milano-Malpensa: volo comodo e servizio ottimo.

2° giorno: arrivati dopo 11 ore all'aeroporto di Tokyo-Narita, ad attenderci, oltre alla nostre simpaticissima e disponibiissima guida giapponese, c'è un bell'acquazzone accompagnato da un cielo nero nero...cominciamo bene!!! Ma per fortuna è praticamente l'unico momento in 2 settimane in cui troviamo brutto tempo.
Il primo giorno a Tokyo se ne va velocemente: tutti stanchi morti per il viaggio e il jet lag e andiamo a nanna presto, non prima di una passeggiata nel bellissimo giardino dell'immenso hotel dove alloggiamo (dove torniamo il giorno seguente per fare alcune foto con la luce del sole):


3° giorno: sveglia presto e visita della città.

Prima tappa l'enorme area verde al centro di Tokyo che circonda e custodisce il Palazzo Imperiale, attuale residenza dell'imperatore e della sua famiglia. Il Palazzo non è accessibile al pubblico, tranne due volte all'anno: a Capodanno e il giorno del compleanno dell'imperatore. Il resto del territorio, delimitato da un fossato, è suddiviso il parchi pubblici.
L'accesso al palazzo imperiale è consentito solo due volte all'anno in occasione del compleanno dell'imperatore e a capodanno. Curiosamente però, al di fuori di questi due giorni, è possibile accedere ai giardini se, attraverso una richiesta scritta, si chiede di andare a manutenere volontariamente i giardini dell'imperatore. In queste occasioni qualche volta l'imperatore si mostra ai sudditi giardinieri e regala loro dei biscotti con lo stemma imperiale. Da noi in Italia chi lo farebbe per il presidente della Repubblica?????!!!!


Si prosegue con il Santuario Meiji-Jingu (santuario imperiale), il più importante santuario scintoista di Tokyo, che risale al 1920. Durante le celebrazioni del capodanno è il luogo più visitato del Paese, con più di tre milioni di persone che vi si recano per pregare e per acquistare amuleti portafortuna.


Un'ampia strada ghiaiosa, ombreggiata da cedri, passa sotto il grosso torii (cancello) e conduce al santuario. I semplici edifici che lo compongono sono di legno invecchiato non decorato color marrone scuro. Numerose botti di sakè vengono lasciate come offerta dalle ditte produttrici (che lo utilizzano anche come forma pubblicitaria!).



In questo luogo circondato da una folta vegetazine si respira un'aria di pace e tranquillità, non sembra proprio di trovarsi in una metropoli come Tokyo.

Ben diversa è l'atmosfera che si percepisce nel Tempio Asakusa Kannon caratterizzato da colori sgargianti, costruzioni imponenti e la confusione della vicina strada commerciale Naramise, dove si possono acquistare numerosi oggetti della tradizione, tra cui kimono, ventagli, pettini e un'immensa varietà di cibi locali.


A pranzo iniziamo ad assaggiare le specialità locali in un ristorante teppanyaki.


Il pomeriggio non può mancare un giro a Ginza, il cuore della Tokyo "occidentalizzata" e moderna. La grande varietà di negozi, da quelli di artigianato ai grandi magazzini e all'ultra moderno showroom Sony, garantisce una straordinaria esperienza a chi ama lo shopping. Io sono stata letteralmente rapita dal reparto gastronomia di un grande magazzino, dove si poteva trovare davvero di tutto (e dove ho fatto una bella scorta di matcha!!!).

Dopo un po' di shopping, con un breve tragitto sulla monorotaia, arriviamo a Odaiba, un'isola all'imboccatura della baia di Tokyo, popolare meta turistica per gli abitanti della città, oltre che per gli stranieri. Tra le attrazioni principali vi sono la sede della Fuji TV con il peculiare edificio disegnato da Kenzo Tange nel 1997, una riproduzione (in scala ridotta) della Statua della Libertà, la Daikanransha, ruota panoraminca alta 115 metri e una serie di fornitissimi centri commerciali.


4° giorno: lasciamo Tokyo e attraversiamo in pullman la parte centrale dell’isola di Honshu.


A pranzo facciamo una sosta in autogrill dove iniziamo ad accorgerci che siamo usciti dalle zone propriamente turistiche: ci troviamo infatti circondati unicamente da locali e le indicazioni in inglese sono una vana speranza. Ci aiutano però nella scelta dei piatti da ordinare le famosissime riproduzioni in cera.
Nel pomeriggio arriviamo a Takayama, addobbata a festa per il Sendai Tanabata, una tradizionale festa giapponese legata ad una leggenda popolare di origine cinese, secondo la quale il pastore Hikoboshi (la stella Altair) e la dea Orihime (la stella Vega) si innamorarono e si sposarono in gran segreto contro la volontà del padre della dea. Ebbero anche due figli, un maschio e una femmina. Quando il padre lo venne a sapere allontanò i due sposi, riconducendo la figlia nella terra degli dei e, per evitare il ricongiungimento, creò un fiume celeste, la Via Lattea. I due ne soffrirono moltissimo ed alla fine il padre di Orihime finì commosso dalle tante lacrime versate e accordò che potessero reincontrarsi, ma solamente una volta l'anno. In questa occasione si usa scrivere un desiderio, o una poesia in un foglio verticale, il tanzaku, da arrotolare intorno ad un ramoscello di bambù.


La sera ci aspetta una cena shabu-shabu.


5° giorno: al mattino visitiamo a piedi la Città Vecchia, con il quartiere Sanmachi, ricco di negozi tradizionali e ristoranti, e il Padiglione Yatai Kaikan, dove sono custoditi alcuni dei carri utilizzati per la festa del Takayama Matsuri, che si svolge due volte l’anno: in primavera per la semina e in autunno per il raccolto.


Proseguiamo il viaggio attraverso le Alpi Giapponesi, con una sosta a Ogimachi, da alcuni anni patrimono dell’UNESCO, per osservare le case dai tipici tetti di paglia dalla forte inclinazione, la cui struttura, adatta alle abbondanti nevicate invernali, ricorda delle mani congiunte in preghiera.


Arriviamo nel tardo pomeriggio a Kanazawa.

6° giorno: a Kanazawa visitiamo il quartiere dei Samurai Nagamachi, con la Casa Nomura, antica abitazione di samurai, con un bellissimo giardino.


Proseguiamo la nostra visita della città con una tappa nel distretto Higashi, caratterizzato da un’ordinata fila di sale da tè gestite da “geishe”.


E’ ora la volta di una passeggiata nel Giardino Kenrokuen, uno dei “tre grandi” giardini del Giappone. Il suo nome significa “giardino dalle sei qualità”: ampiezza, isolamento, atmosfera antica, ingegnosità, corsi d’acqua e bei panorami.


Adiacente al giardino si trova la Villa Seisonkaku, fatta costruire dal signore Maeda per sua madre.


Lasciamo Kanazawa per proseguire lungo la costa fino alla località panoramica di Tojinbo, con vista sul Mar del Giappone.


Arriviamo a Fukui in serata.

7° giorno: al mattino partiamo per Kyoto.
Lungo il tragitto facciamo una sosta per la visita del Tempio Eiheiji, uno tra i più importanti e famosi santuari della setta Soto del Buddismo Zen, fondata nel 1244. La setta persegue l’illuminazione graduale praticando la meditazione e il distacco dal mondo terreno; il monastero ospita 50 anziani e 250 allievi. L’atmosfera è gioiosa, ma la vita è austera, senza riscaldamento e con una dieta semplice. In molte zone del tempio si osserva il silenzio. È anche possibile fare un’esperienza zen per un breve periodo, prenotando con largo anticipo.


Durante la nostra visita abbiamo la fortuna di assistere ad una cerimonia di saluti di alcuni allievi che hanno terminato la loro esperienza nel tempio e che, con i costumi tipici dell’occasione, partono alla volta delle loro case.


Arriviamo in serata a Kyoto, in festa per la ricorrenza dell’Obon, la festa dei morti. Secondo le credenze giapponesi in questi giorni tutte le anime dei defunti tornano sulla terra per salutare i propri amati ancora in vita. Per aiutare gli spiriti a trovare la strada di casa vengono poste delle lanterne nei cimiteri che per l'occasione restano aperti tutta la notte.


Ci fiondiamo subito in un giro di perlustrazione della città e rimaniamo subito colpiti: è strabiliante come un attimo prima si possa camminare tra costruzioni moderne ricche di negozi griffatissimi e appena girato l’angolo ci si possa trovare in vicoli pieni di basse case di legno, ristorantini tipici e…vere geishe che camminano indisturbate per strada.


Concludiamo la serata con un’ottima cena in un kaiten sushi.


8° giorno: l’intera giornata è dedicata alla visita della città: partiamo con il Castello Nijo, una delle poche fortificazioni del Giappone. È famoso soprattutto per i suoi interni decorati e per i caratteristici “pavimenti dell’usignolo”, ideati per produrre un suono simile al canto di un uccello nel momento in cui vengono calpestati: in questo modo sono anche un avvertimento della presenza di intrusi.


Il castello è circondato da un bellissimo giardino, famoso per la qualità e la varietà delle pietre disposte tra la vegetazione.


Ci dirigiamo poi verso il Tempio del Padiglione d’Oro Kinkakuji, costruzione interamente rivestita di foglie d’oro e immersa in un giardino curatissimo.


Altri giardini spettacolari sono quello del Santuario Heian, uno dei più grandi di Kyoto, caratterizzato dall’uso di colori sgargianti come il rosso cinabro e il verde.


Ci aspetta poi il Padiglione Sanjusangendo, dove possiamo osservare le 1001 immagini di Kannon (dea della misericordia), tutte pressoché identiche, che luccicano nella semioscurità. Una volta l’anno nel tempio si svolge una gara di tiro con l’arco per giovani donne, che tirano le frecce da una parte all’altra del portico dell’atrio principale.


Ultima tappa della giornata l’antico Tempio Kiyomizu, dal quale si gode una bella vista sulla zona circostante.


A cena abbiamo occasione di assaggiare la buonissima carne di Kobe. Il costo di questa pietanza non è proprio popolare ma basta assaggiarla per capire che sono soldi ben spesi. La caratteristica principale della carne è la sua morbidezza e la scioglievolezza nella bocca, che può essere paragonata a quella del burro.

9° giorno: partenza per un’escursione di tutta la giornata a Nara, sulla strada ci fermiamo a Uji, per visitare il Padiglione della Fenice del Tempio Byodoin, rappresentato sulla moneta da 10 yen.


Arrivati a Nara ci dirigiamo al il Tempio Todaiji, con il suo colossale Buddha di bronzo chiamato Daibutsu, alto 16 metri; il tempio è circondato dal Parco dei Daini, dove vivono oltre 1000 esemplari, considerati messaggeri degli dei.


Altro punto di attrazione è il Santuario Kasuga, con le sue 3000 lanterne di pietra e di bronzo, che due volte all’anno vengono illumiante per diversi giorni e offrono uno spettacolo molto suggestivo.


Infine giungiamo al Tempio Kofukuji, con la sua caratteristica pagoda a cinque piani e il suo famoso Tesoro, composto dalla più ricca collezione di statue buddiste del Paese.


10° giorno: al mattino presto ci dirigiamo alla stazione ferroviaria e partiamo con il treno ultra veloce Shinkansen. Rimaniamo stupiti dalla frequenza delle corse di questi treni (uno ogni 5 min. max) e dalla loro pulizia. i treni in stazione si fermano al massimo per un minuto e in questo tempo si deve lasciar scendere i passeggeri e salire. Devo dire che come per tutto il resto, l'organizzazione perfetta delle stazioni (ci sono delle corsie segnate a terra che indicano dove si aprirà esattamente la porta del vagone) rende un minuto più che sufficiente per accomodarsi sulla vettura.


Arriviamo a Hiroshima a metà mattinata e visitiamo il Parco della Pace.


Prima di tutto vediamo la Cupola della bomba A, segno inquietante della forza distruttiva scatenatasi sulla città.


Più a nord si trova la Campana della Pace, che i visitatori stessi possono suonare.


Più avanti si può vedere il Monumento dei Bambini alla Pace, rappresentato da una bmbina con le mani protese verso una gru, simbolo di longevità e felicità. L’opera si riferisce alla storia di una bimba vittima della bomba, che credeva di poter guarire se se avesse fatto 1000 gru di carta. La bambina non sopravvisse, ma la sua storia è famosa in tutto il Giappone e il monumento è ornato di nuove gru di carta portate dalgi scolari di tutto il Paese.


Dall’altra parte della strada si trova la Fiamma della Pace, che verrà spenta solo quando saranno eliminate dalla terra tutte le armi nucleari.


Il fulcro del parco è il Museo della Pace, che illustra in maniera incisiva le conseguenze della bomba sulla città con l’aiuto di foto, video e gli effetti personali delle vittime.


Nel pomeriggio ci imbarchiamo sul traghetto per l’isola di Miyajima, considerata una delle isole più belle del Giappone, sulla quale visitiamo il santuario di Itsukushima, dedicato alle tre figlie della divinità scintoista della luna e degli oceani. Già dal mare si può notare il grande Torii rosso fuoco a sottolineare la sacralità dell’intera isola.


A Miyajima non ci sono reparti maternità né cimiteri, poiché a nessuno è permesso nascervi o morirvi. È inoltre proibito abbattere alberi e l’isola è ricoperta da una verde foresta vergine che ospita numerose varietà di uccelli e molti daini in libertà.

11° giorno: in mattinata ci rechiamo al porto per imbarcarci sul battello veloce per Omishima, attraversando un braccio del Mare Interno.


Giunti a destinazione visitiamo il Santuario Oyamazumi e il Museo di armature di Samurai.


Proseguiamo in battello, pullman e treno alla volta di Osaka.
La serata è alla scoperta di Namba, pittoresco e chiassoso quartiere pieno di luci, ristoranti (in cui abbiamo fatto un’ottima scorpacciata di granchio), negozi e sale di pachinko, il più popolare gioco giapponese, simile ad un flipper verticale e per effetto sui giocatori anche a una potente droga. In queste sale la musica è tenuta sempre a livelli altissimi e i suoni emessi dai flipper sono assordanti.

12° giorno: dedichiamo l’intera giornata alla visita della metropoli di Osaka (mi raccomando l'accento è sulla O), definita, a ragion veduta, dai giapponesi “la Napoli del Giappone”; infatti è la città più chiassosa tra quelle visitate.( ovviamente con riferimento alle altre città!!) Tutto sommato Osaka ci è sembrata più "umana".
Partiamo dall’antico Castello, posto in posizione strategica su di una collina. Esso fu costruito da Hideyoshi Toyotomi, il generale che unificò il Giappone.


Ora si può ammirare solo una ricostruzione di parte della costruzione originaria, distrutto da guerre e incendi. Si può salire fino all’ottavo piano, dove si gode di una splendida vista sulla città.


Seconda tappa è l’Umeda Sky Building, futuristica struttura alta 173 m. la cima si raggiunge con un ascensore esterno in vetro e delle scale mobili. Anche qui la veduta su Osaka e sul porto è davvero spettacolare.


Concludiamo la giornata con una visita all’Acquario di Osaka, che contiene circa 13,5 milioni di litri d’acqua. I visitatori sono guidati nella discesa a 14 livelli, tutti ricchi di specie di pesci e mammiferi del Pacifico. Nell’acquario sono presenti oltre 35.000 specie, tra cui alcune di enormi dimensioni, come la manta e lo squalo balena.


Per la cena, non ci lasciamo sfuggire l’occasione di mangiare di nuovo la squisita carne di Kobe, con una splendida vista sul castello illuminato.


13° giorno: al mattino presto partiamo con volo JAL alla volta di casa.

Come già detto in precedenza il giappone ci ha colpito molto positivamente e in questo dobbiamo senz'altro ringraziare l'organizzazione del T.O. "I viaggi dell'elefante" che attraverso la sua preparatissima guida Gabriella è stata puntuale, precisissima e soprattutto estremamente disponibile a soddisfare ogni nostra richiesta, qualche volta anche al di fuori dell' "orario di lavoro".
Alla mitica Gabriella era affiancata anche una guida Giapponese (che parlava peraltro un perfetto italiano) anch'essa preparatissima e simpaticissima. Pensate che ci raccontava anche le barzellette!!! Grazie Komatsu-san!!!!
E poi che dire...un viaggio è sempre migliore quando si sta in buona compagnia e per concludere voglio salutare e ringraziare le splendide persone che ci hanno accompagnato in questa avventura. In ordine sparso: Antonio (o' presidente) e Ada, Roberto e Fulvia, Davide (con gli occhiali da sole indistinguibile da Briatore) e Morena, Francesco e Marina.
Speriamo di non perdervi di vista e magari di condividere qualche altra bella esperienza in un altro pezzo di mondo.

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